Dopo il vertice dei 27 Capi di Stato dell’UE, ci si sta
chiedendo se sia accettabile che, in un consesso ufficiale, dei capi di governo
abbiano messo in ridicolo Berlusconi. Noi Italiani non dovremmo meravigliarci
più di tanto, perché ne abbiamo viste tante, troppe.
L’Europa ce l’ha detto in tutti i modi, anche con una
lettera, che vista la grave situazione, urgeva approntare misure efficaci per
ridurre il debito e far ripartire la crescita. Qual è stato l’esito? La stesura
definitiva, a fine estate, di un pacchetto di provvedimenti più volte rivisti e
cambiati, ridotti man mano di efficacia, in cui non c’era nulla per lo
sviluppo. A questo punto c’è ancora qualcuno che si indigna o si meraviglia?
Costoro avrebbero dovuto indignarsi e meravigliarsi molto di più il 14
ottobre,assistendo alle scene giubilanti dei membri del governo che, usciti dai
banchi, applaudivano festanti, un Berlusconi gongolante, per la fiducia
ottenuta e lo scampato pericolo dopo la sonora bocciatura del bilancio dello
Stato, due giorni prima. Ma per quale vittoria esultavano? Non certo quella
dell’Italia che anzi ne usciva umiliata e offesa.
Questo governo che ha fatto dell’apparire il suo emblema e
manifesto, che negli ultimi tre anni ha consentito che il debito pubblico
aumentasse di più di dieci punti e che non
ha fatto le riforme che l’Europa attendeva, è arrivato alla resa dei conti.
Dispiace che l’Italia, un grande paese, sia così deriso, ma soprattutto che noi
cittadini paghiamo il prezzo più alto dell’inettitudine di un governo i cui
membri, in diverse circostanze, hanno dimostrato di agire solamente nel proprio
esclusivo interesse.
Maria Grazia Perna

