mercoledì 6 luglio 2011

Angelo Scola

Dunque Benedetto XVI ha scelto il nuovo cardinale di Milano: Angelo Scola, patriarca di Venezia.
E già si susseguono le letture e le interpretazioni del senso di questa nomina e dei suoi possibili sviluppi.
Vi è chi ricorda la sua appartenenza al movimento di Comunione e liberazione.
Chi il suo essere schierato tra le fila del cattolicesimo conservatore.
Ma sono davvero questi i dati con cui leggere questo avvicendamento?
Certamente Scola arriva a Milano in una chiesa in cui sia CL sia il cattolicesimo conservatore sono minoranze. Non andrà alla guerra.
Vi è invece da guardare bene alla realtà della diocesi milanese: la più grande del mondo (non per numero di abitanti ma per numero di collaboratori, volume di attività, esperienze, progetti…).
Diciamo la verità: di tutto questo, anche se Scola ha origini milanesi, il nuovo cardinale conosce poco o nulla.
Non conosce affatto i preti di Milano che sono i suoi principali collaboratori e ai quali deve chiedere tanto. Ce ne sono sempre meno e con carichi di lavoro sempre maggiori.
Con loro dovrà instaurare una relazione di fiducia e di stima.
E poi c’è tutto il resto. Un mondo assai complesso di istituzioni, fondazioni, giornali…carità, comunicazione, sociale, teologia…Tutti si aspettano dal cardinale una parola di indirizzo, qualche idea nuova…
Avendo visto quanto fatto a Venezia, Scola certamente non si limiterà all’ambito pastorale ma cercherà dialoghi e approcci anche sul versante culturale ed ecumenico, del dialogo interreligioso.
Avrà il tempo di fare tutto questo?
Quando Carlo Maria Martini fu nominato arcivescovo di Milano aveva 54 anni. Scola quasi 70.
Potrà avere una deroga alla norma del codice di diritto canonico che impone le dimissioni a 75 anni, ma ha davanti a sé non più di 5-7 anni.
Quali progetti di lungo termine potrà avviare o condurre?

G. A.

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