In un comunicato, il Coordinamento cittadino del PDL di Abbiategrasso ammette, bontà sua, che il risultato della consultazione referendaria costituisca un “forte segnale” su cui meditare. Ci mancherebbe altro, aggiungo io: dopo che il “leader maximo” e la sua corte avevano definito “inutile” il referendum e avevano cercato fino all’ultimo di evitarlo con cambiamenti strumentali delle norme in discussione, è difficile far finta di nulla … Ma il PDL, ad Abbiategrasso, non è turbato né dal referendum né dall’ennesima ondata di scandali, né dalla crisi economica. Il comunicato ci rassicura: Abbiategrasso, grazie alla giunta Albetti, giunta “del fare e del programmare”, non ha niente in comune col resto del paese e marcia a gonfie vele; segue un elenco di realizzazioni, sciorinate con lo stile incalzante delle televendite. Il lettore avrebbe voglia di lasciar stare: la politica, si sa, è anche propaganda … Ma, ad una lettura più attenta, nell’elenco spicca, fra il rifacimento di Piazza Vittorio Veneto e l’Accademia musicale dell’Annunciata, la “nuova scuola di via Colombo”! Ora, chiunque, recandosi a votare, ha constatato non solo che il “ground zero” della scuola materna è rimasto tale, ma che si è inopinatamente provveduto anche all’abbattimento dei grandiosi alberi che abbellivano e ingentilivano il complesso della scuola elementare. Come dimostra l’esito dei referendum la “fede politica” a volte acceca ma, si sa, la fede è “certezza di cose che non si vedono”. Nel caso del PDL abbiatense, spero, laicamente, che la giunta “del fare e del programmare” si riferisca alle cose “che si vedono” nel tracciare i suoi bilanci. Anche perché, come insegnano i referendum, il bilancio alla fine lo fanno i cittadini.
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