venerdì 1 aprile 2011

Un uomo solo al comando?

Recentemente il Corriere della sera ha ripubblicato con coraggio e offerto ai suoi lettori IL SOCIALISMO LIBERALE di Carlo Rosselli (pubblicato la prima volta a Parigi nel 1930).
Chi si ricorda oggi più di questo fiero avversario di ogni fascismo (combattè Mussolini in Italia e Franco in Spagna)?
Tra i molti spunti che ne fanno una lettura attualissima ne proponiamo uno.

“Il problema italiano è, essenzialmente, problema di libertà. Ma problema di libertà nel suo significato integrale: cioè di autonomia spirituale, di emancipazione della coscienza, nella sfera individuale; e di organizzazione della libertà nella sfera sociale cioè nella costruzione dello Stato e nei rapporti tra i gruppi e le classi. Senza uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero. Senza coscienze emancipate, nessuna possibilità di emancipazione di classi. Il circolo non è vizioso. La libertà comincia con l’educazione dell’uomo e si conchiude col trionfo di uno Stato di liberi, in parità di diritti e di doveri, uno Stato in cui la libertà di ciascuno è condizione e limite alla libertà di tutti.

Ora è triste cosa a dirsi, ma non per questo meno vera, che in Italia l’educazione dell’uomo la formazione della cellula morale base – l’individuo- è ancora in gran parte da fare. Difetta nei più, per miseria, indifferenza, secolare rinuncia, il senso geloso e profondo dell’autonomia e della responsabilità. Un servaggio di secoli fa sì che l’italiano medio oscilli oggi ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica. Il concetto della vita come lotta e missione, la nozione della libertà come dovere morale, la consapevolezza dei limiti propri e altrui, difettano. (…).

Abituati a ragionare per intermediari nei grandi problemi della coscienza – un vero appalto spirituale- è naturale che gli italiani si rassegnino facilmente all’appalto anche nei grandi problemi della politica. L’intervento del Deus ex machina, del duce, del domatore – si chiami esso papa, re, Mussolini risponde sovente ad una loro necessità psicologica.

Da questo punto di vista il governo mussoliniano è tutt’altro che rivoluzionario. Si riallaccia alla tradizione e procede sulla linea del minimo sforzo. Il fascismo è, contro tutte le apparenze, il più passivo risultato della storia italiana. Gigantesco rigurgito di secoli e abbietto fenomeno di adattamento e di rinunzia. Mussolini trionfò per la quasi universale diserzione, attraverso una lunga rete di sapienti compromessi. Solo alcune ristrette minoranze di proletari e di intellettuali ebbero l’ardire di affrontarlo con radicale intransigenza dagli inizi”.
Pare di risentire forte il “ghe pensi mì” del nostro capo del governo.

Non è più tempo di deleghe il nostro, né di procure. E’ tempo di impegno personale e di lotta.
Sempre Rosselli: “Siamo pochi? Cresceremo. Siamo fuori dal tempo? Sapremo aspettare. Verrà il nostro turno”.

1 commento:

  1. Mancasse una conferma che le cose stanno proprio così, arriva il comizio di Berlusconi a Lampedusa a mettere il timbro alla dilettantesca e improvvisata gestione di una tragedia vera (si tratta di persone, prima che di clandestini, rifugiati e quant'altro).
    I lampedusani si trovano così a sognare una bella Gardaland per loro. Noi tutti siamo abbacinati da Paperone che apre il suo deposito di fantastiliardi e si compra una bella casetta al sole.
    A disturbare la scena del Re padrone il nostro ministro della difesa nei panni di Rockerduck che mostra il petto alla folla e rutta in parlamento come fosse al bar.
    Riprendiamoci l'unica parola ora possibile: BASTA.

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