Abito da poco ad Abbiategrasso (dicembre 2009).
Arrivando qui mi ha colpito il permanere di un gran numero di cascine.
La cementificazione delle città della cintura di Milano cui ho assistito negli anni perché lì ho sempre abitato, mi ha condizionato. Pensavo di arrivare qui e trovare una situazione analoga…
Il mondo della cascina ha un grosso peso nella mia vita. Ci passo gran parte delle mie giornate.
Lavoro per una fondazione che si occupa di emarginazione e recupero sociale. La nostra sede è proprio una cascina in Milano.
Nel suo cortile si affacciano ben quattro comunità di accoglienza per soggetti con differenti difficoltà.
Noi operatori ci occupiamo ciascuno degli ospiti del proprio progetto, ma insieme cerchiamo di curare la convivenza di tutto il villaggio.
Quando ci troviamo tutti insieme ci coglie sempre un poco di stupore: stare insieme non solo si può, ma funziona anche da reciproco sostegno.
Certo ci sono i problemi, i conflitti, le discussioni. Ma sono il bello di un laboratorio che altrimenti rischierebbe di isolare dalla vita vera chi sta facendo un cammino di riabilitazione sociale.
La nostra cascina non è una prigione, non è un monastero, ma assomiglia tanto alla fabbrica, al divenire e al produrre ogni giorno relazioni sempre nuove.
Veniamo a noi.
Sono rimasto colpito dalla lettura di questo blog.
L'ho trovato in sintonia con una ricerca che mi appassiona. Abbiategrasso non deve disperdere il tesoro della propria storia rappresentato dalla socialità delle cascine.
Anche se per molti cittadini di Abbiategrasso non è più quella la condizione abitativa, nell'immagine del cortile su cui si affacciano tante famiglie io ritrovo un programma di inclusione e di coesione sociale di cui oggi c’è tanto bisogno.
Mi riconosco nell'impegno dichiarato dagli estensori di questo blog.
Anche nel loro desiderio di non vedere disperdere l'altra dimensione sociale della vita della cascina: il delicato e straordinario rapporto con la natura.
La difesa dell'ambiente io credo debba essere il cuore di un impegno politico ad Abbiategrasso.
Per non vedere recise le proprie profonde radici.
Auguri di buon lavoro.
Arrivando qui mi ha colpito il permanere di un gran numero di cascine.
La cementificazione delle città della cintura di Milano cui ho assistito negli anni perché lì ho sempre abitato, mi ha condizionato. Pensavo di arrivare qui e trovare una situazione analoga…
Il mondo della cascina ha un grosso peso nella mia vita. Ci passo gran parte delle mie giornate.
Lavoro per una fondazione che si occupa di emarginazione e recupero sociale. La nostra sede è proprio una cascina in Milano.
Nel suo cortile si affacciano ben quattro comunità di accoglienza per soggetti con differenti difficoltà.
Noi operatori ci occupiamo ciascuno degli ospiti del proprio progetto, ma insieme cerchiamo di curare la convivenza di tutto il villaggio.
Quando ci troviamo tutti insieme ci coglie sempre un poco di stupore: stare insieme non solo si può, ma funziona anche da reciproco sostegno.
Certo ci sono i problemi, i conflitti, le discussioni. Ma sono il bello di un laboratorio che altrimenti rischierebbe di isolare dalla vita vera chi sta facendo un cammino di riabilitazione sociale.
La nostra cascina non è una prigione, non è un monastero, ma assomiglia tanto alla fabbrica, al divenire e al produrre ogni giorno relazioni sempre nuove.
Veniamo a noi.
Sono rimasto colpito dalla lettura di questo blog.
L'ho trovato in sintonia con una ricerca che mi appassiona. Abbiategrasso non deve disperdere il tesoro della propria storia rappresentato dalla socialità delle cascine.
Anche se per molti cittadini di Abbiategrasso non è più quella la condizione abitativa, nell'immagine del cortile su cui si affacciano tante famiglie io ritrovo un programma di inclusione e di coesione sociale di cui oggi c’è tanto bisogno.
Mi riconosco nell'impegno dichiarato dagli estensori di questo blog.
Anche nel loro desiderio di non vedere disperdere l'altra dimensione sociale della vita della cascina: il delicato e straordinario rapporto con la natura.
La difesa dell'ambiente io credo debba essere il cuore di un impegno politico ad Abbiategrasso.
Per non vedere recise le proprie profonde radici.
Auguri di buon lavoro.
Gabriele Arosio

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