Latenti e spesso mortali, è allarme per le malattie professionali.
Le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.
Le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.
Delle circa 27-28.000 denunce rivolte all'Inail ogni anno per ottenere il riconoscimento dell'indennizzo ne vengono riconosciute circa 9.000, pari al 33%. E di queste oltre 5.000 vengono indennizzate.
La differenza tra le malattie riconosciute e quelle indennizzate è dovuta all’esistenza di una franchigia: si tratta cioè di patologie più lievi che possono determinare un grado di menomazione inferiore al 6%. Inoltre tra le malattie indennizzate, circa 4.300 determinano una menomazione permanente, 600 inabilità temporanea e 250-300 l'anno causano la morte.
E di queste ultime il 90% è dovuto a neoplasie, soprattutto da asbesto (amianto), o ad altre forme tumorali.
Si tratta di numeri che non lasciano certo indifferenti…
I 250-300 casi riguardano morti che derivano da malattie relative ad anni recenti, perché la
rappresentazione del fenomeno si basa solitamente sugli ultimi cinque anni.
rappresentazione del fenomeno si basa solitamente sugli ultimi cinque anni.
Vuol dire che questi 250-300 casi fanno riferimento a malattie professionali denunciate in ciascun anno del quinquennio 2003-2007. Però questa non è l'effettiva e definitiva dimensione del fenomeno, perché il dato reale potrà essere completamente rilevato solo tra alcuni decenni.
Le malattie professionali, infatti, hanno caratteristiche e connotazioni completamente diverse rispetto agli infortuni, che sono causati da un evento traumatico: la morte sopravviene per lo più al momento stesso dell'infortunio o al massimo (praticamente nella totalità dei casi) entro 180 giorni dall’evento.
Per le malattie professionali, invece, il problema è completamente diverso.
Per le malattie professionali, invece, il problema è completamente diverso.
I dati sono purtroppo destinati ad aumentare, non solo per effetto di casi ancora in corso di definizione, ma anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche di latenza di alcune patologie che possono portare alla morte anche dopo molti anni dall'esposizione, dalla contrazione o dalla manifestazione della malattia. Ma questi effetti si potranno vedere soltanto in una prospettiva di lungo periodo, tra venti o venticinque anni circa, perché molte malattie hanno una latenza pluridecennale.

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