martedì 8 marzo 2011

Lavoro e dignità: morti invisibili

Latenti e spesso mortali, è allarme per le malattie professionali.
Le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.

Delle circa 27-28.000 denunce rivolte all'Inail ogni anno per ottenere il riconoscimento dell'indennizzo ne vengono riconosciute circa 9.000, pari al 33%. E di queste oltre 5.000 vengono indennizzate.

La differenza tra le malattie riconosciute e quelle indennizzate è dovuta all’esistenza di una franchigia: si tratta cioè di patologie più lievi che possono determinare un grado di menomazione inferiore al 6%. Inoltre tra le malattie indennizzate, circa 4.300 determinano una menomazione permanente, 600 inabilità temporanea e 250-300 l'anno causano la morte.
E di queste ultime il 90% è dovuto a neoplasie, soprattutto da asbesto (amianto), o ad altre forme tumorali.

Si tratta di numeri che non lasciano certo indifferenti…
I 250-300 casi riguardano morti che derivano da malattie relative ad anni recenti, perché la
rappresentazione del fenomeno si basa solitamente sugli ultimi cinque anni.
Vuol dire che questi 250-300 casi fanno riferimento a malattie professionali denunciate in ciascun anno del quinquennio 2003-2007. Però questa non è l'effettiva e definitiva dimensione del fenomeno, perché il dato reale potrà essere completamente rilevato solo tra alcuni decenni.

Le malattie professionali, infatti, hanno caratteristiche e connotazioni completamente diverse rispetto agli infortuni, che sono causati da un evento traumatico: la morte sopravviene per lo più al momento stesso dell'infortunio o al massimo (praticamente nella totalità dei casi) entro 180 giorni dall’evento.
Per le malattie professionali, invece, il problema è completamente diverso.

I dati sono purtroppo destinati ad aumentare, non solo per effetto di casi ancora in corso di definizione, ma anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche di latenza di alcune patologie che possono portare alla morte anche dopo molti anni dall'esposizione, dalla contrazione o dalla manifestazione della malattia. Ma questi effetti si potranno vedere soltanto in una prospettiva di lungo periodo, tra venti o venticinque anni circa, perché  molte malattie hanno una latenza pluridecennale.

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