mercoledì 27 aprile 2011

Tangenziale est esterna di Milano

 
Il tracciato della nuova Tangenziale est esterna di Milano (per gli amici TEM) collegherà Agrate Brianza con Melegnano. Anche chi è dotato di poca fantasia può immaginare facilmente che il suo prolungamento arriverà alle porte di Abbiategrasso, connettendosi con la superstrada per la Malpensa. Per questo è bene conoscere la TEM per capire cosa sarà la Tangenziale Ovest Milano (TOM?), di cui oggi si riprende a parlare. TEM: Trentadue km di percorso, sei svincoli automatizzati, 70.000 veicoli al giorno.

L'investimento vale 1,7 miliardi di euro investiti da privati che imporranno pedaggi per i prossimi decenni (si chiama project financing). L'opera dovrebbe essere ultimata entro il 2015 e prevedeva, come "compensazioni ambientali" per le popolazioni che subiranno tale devastazione, un investimento di 1,2 miliardi di euro per il prolungamento delle linee 2 e 3 della metropolitana milanese fino, rispettivamente, a Vimercate e Paullo. Ma ... i soldi non ci sono!

A chi vedrà il proprio territorio devastato dall'infrastruttura non verrà nemmeno concessa la soddisfazione di poter andare a Milano coi mezzi pubblici. A chi si lamenta, il Presidente della Provincia, Podestà, risponde preannunciando una tassa di scopo sulle tangenziali milanesi per finanziare la metropolitana e annuncia la prossima progettazione della Tangenziale Ovest (non Milano-Malpensa, si badi: Tangenziale Ovest!)

In questi giorni, i politici leghisti del territorio, proponendo il collegamento Magenta-Vigevano, non fanno altro che svendere il nostro territorio, facendolo diventare il corridoio del secondo anello della tangenziale milanese (TOM). Che poi straparlino dello sviluppo magicamente portato dalle nuove infrastrutture, condito con riflessioni pseudo ambientaliste sull'Expo, non cambia la realtà dei fatti: l'unica certezza è che a est, se i privati costruiscono le autostrade, Stato e Regione non realizzano le metropolitane e lasciano ai cittadini un territorio devastato. Cosa succederà a ovest? Chiunque ha a cuore questo territorio non dimentichi mai il gran pasticcio della TEM.
E chi non si fida vada a vedere il sito: http://tangenziale.esterna.it/

lunedì 25 aprile 2011

Calamandrei: la Costituzione oggi, nata dalla Resistenza

Fra le tante distruzioni di cui il passaggio della pestilenza fascista è responsabile, si dovrà annoverare anche quella, non riparabile in pochi anni, del senso della legalità. Per vent'anni il fascismo ha educato i cittadini proprio a disprezzare le leggi, a far di tutto per frodarle e per irriderle nell'ombra.

Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta.
 
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.

La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico. La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare.

La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.


giovedì 21 aprile 2011

Le "verità" della ministra Gelmini

Alla trasmissione Ballarò, la ministra Gelmini ci ha nuovamente deliziato con le sue falsità. Tra le varie, continua a sostenere che non è vero che ai docenti sono stati bloccati gli scatti di anzianità per ben due anni, con un danno, nel lungo periodo, di decine di migliaia di euro a testa. E visto che in quella trasmissione ha pubblicamente chiesto chi sono coloro che sostengono il contrario, mi faccio avanti. Controllo due miei cedolini: in quello del gennaio 2010 si legge chiaramente che la mia posizione (codice KA08) scade nel 2012, ovvero, il mio livello attuale, nel mese di dicembre, doveva rinnovarsi nel 2012. Nel cedolino del gennaio 2011, cioè solo un mese dopo, è scritto che la mia posizione scade (e si rinnova) nel 2014. Forse sbaglierò, ma a me sembra che nel secondo caso si indichino proprio due anni in più: 2014 - 2012 = 2.  A questo punto è chiaro che le possibilità sono due: o la nostra Ministra è una bugiarda matricolata, e come mente su questo punto può mentire anche sugli altri, e se ne conclude che di lei non ci si può fidare, oppure, sempre la Ministra, non ha la più pallida idea di cosa accade nel Ministero di cui lei è a capo, e allora è incompetente e, come lo è su questo punto, può esserlo anche sugli altri; da ciò si conclude che di lei non ci si può fidare. Come la metti la metti, si arriva sempre allo stesso punto di arrivo.

M. C.

 

lunedì 18 aprile 2011

don Lorenzo Milani (1923-1967) ancora oggi con noi

In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.

Con la parola alla gente non si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l'esempio.

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.
(da Lettera ad una professoressa)

Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri.
(da L'obbedienza non è più una virtù)

Dalla lettera dei "ragazzi di Barbiana" al Presidente Napolitano, pochi giorni fa
In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso.

Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.

Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli.

venerdì 15 aprile 2011

Per Vittorio Arrigoni


Caro Vittorio,

la tua terribile morte ha di nuovo impregnato di sangue una terra dove la violenza è pane quotidiano.
Ci siamo conosciuti nel 2008 ad un convegno di Pax Christi a Firenze.
Venivi da qualche giorno di detenzione, dopo un arresto rocambolesco: l'esercito israeliano ti aveva tirato giù di peso da una nave da pesca palestinese. Reato? Accompagnare poveri pescatori al proprio lavoro.
Qualcuno sicuramente penserà che te la sei cercata, sempre sovraesposto, sempre in prima linea.
Ma tu lo sai che la pace non è opera per pavidi.
Solo chi osa, la merita.
Insegnacelo ancora.
E la terra ti sia lieve.

Gabriele Arosio

mercoledì 13 aprile 2011

Bilancio comunale

PdL e Lega Nord governano insieme a Roma, in Regione Lombardia, in Provincia di Milano e nel Comune di Abbiategrasso, quindi le responsabilità di governo sono chiare e indiscutibili.
Dal 2008 ad oggi abbiamo assistito alla peggior politica centralista nei confronti degli Enti locali. I tagli dei trasferimenti dello Stato nei confronti dei Comuni sono via via aumentati nel corso degli ultimi anni, mentre le necessità dei cittadini sono aumentate in conseguenza della grave crisi del lavoro e sociale. 
Inoltre il Comune paga il peso non solo dei tagli diretti, ma anche di quelli che lo Stato impone alle Regioni ed alle Province, a cascata.
I politici locali di centrodestra e Lega difendono sempre e comunque le scelte di Tremonti, Berlusconi & Bossi in virtù della crisi economica più grande dal dopoguerra, avvallano i tagli, li giustificano, ma si dimenticano di aggiungere alcune scomode (per loro) considerazioni.
Il debito pubblico statale continua a segnare dei record negativi, ma è la maggioranza dei Comuni che negli ultimi anni ha contribuito a tenere a galla i conti, il sistema Stato ha continuato a macinare debiti, in parte anche per l'aumento delle ore di cassa integrazione, senza mai mettere però in discussione gli sprechi, i privilegi vergognosi, la cattiva gestione clientelare della politica-partito.
Purtroppo, come al solito, il più debole paga e la politica locale invece di unirsi per contrastare questi fenomeni tende a difendere ad oltranza la linea dei partiti di governo, per consenso elettorale ed interesse proprio.
Ormai è il rispetto del patto di stabilità dei Comuni ad essere la garanzia della tenuta dei conti pubblici che il Governo nazionale porta all'Europa e questo ci deve far riflettere e soprattutto preoccupare.
Ed il bilancio comunale corre su due linee che non sono parallele, anzi s'intersecano ogni giorno: una è quella dettata dal preventivo con i suoi numeri, programmi ed obiettivi da raggiungere; l'altra è il vincolo sempre più stringente delle regole da rispettare del patto di stabilità che impongono limiti di spesa in modo particolare per investimenti, opere pubbliche, manutenzioni di strade, scuole ed edifici comunali.
Il 2011 per il nostro Comune sarà un anno di incognite, solo nel corso dell'anno si capirà quando e "quanto" si potrà realizzare dei progetti preventivati e tutto dipenderà dall'andamento delle entrate degli oneri di urbanizzazione. Ma non si può sopravvivere ancora e solo di consumo di territorio. Forse ora si comprende meglio la gravità di aver perso 3.800.000 euro gratuiti da investire ad esempio in energia rinnovabile, perdita dovuta alle titubanze del sindaco Albetti.
La programmazione e la progettualità seria e concreta hanno bisogno di tempo per realizzarsi e portare i necessari benefici anche nei conti del bilancio, perciò la lentezza, l'indecisionismo, la superficialità ed il pressapochismo sono i difetti da combattere e da togliere dalla vita politica della nostra città.

lunedì 11 aprile 2011

Giustizia per tutti o giustizia per uno?

INCONTRO PUBBLICO

Giustizia per tutti o giustizia per uno?
La riforma della giustizia nella proposta del governo Berlusconi

introduce:  Flavio Lovati  coordinatore del comitato civico Per Abbiategrasso
relatori:  Alberto Fossati  docente di diritto pubblico all'Università Cattolica di Milano
Carlo Veronelli  avvocato penalista del Foro di Milano

Abbiategrasso
Castello Visconteo
Giovedì 14 aprile 2011 ore 21.00

La proposta di riforma costituzionale della giustizia presentata dal Governo è stata definita "epocale" dal Presidente del Consiglio. Il suo scopo dichiarato è quello di ripristinare l'equlibrio tra politica e magistratura, che il Governo reputa squilibrato a favore di quest'ultima, nonchè di equiparare nel processo penale la posizione della pubblica accusa con quella della difesa.
In realtà ne è scaturito un testo che manifestamente è volto a ridurre i margini di autonomia e indipendenza dei giudici e, correlativamete ad aumentare i poteri del governo e della politica.
Purtroppo i veri mali della giustizia in termini di efficienza del sistema, di dotazione finanziaria e strumentale, di personale sia giudicante che degli ausiliari, non compaiono nell'ordine del giorno del Governo. 
L'incontro fissato per giovedì 14 apirle presso la sala consiliare del Castello Visconteo è dunque un'occasione per conoscre il testo della proposta e per esprimere su di essa una valutazione seria, al di fuori degli slogan.

domenica 10 aprile 2011

Ignazio Silone: regime

"In ogni dittatura un solo uomo, anche un piccolo uomo qualsiasi, il quale continui a pensare con la propria testa, mette in pericolo l'ordine pubblico. Tonnellate di carta stampata propagano le parole d'ordine del regime; migliaia di altoparlanti, centinaia di migliaia di manifesti e di fogli volanti distribuiti gratuitamente, schiere di oratori su tutte le piazze e i crocicchi, ripetono fino all'ossessione, fino all'instupidimento collettivo, quelle parole d'ordine. Ma basta che un piccolo uomo, un solo piccolo uomo dica NO, e quel formidabile ordine granitico è in pericolo."
  

venerdì 8 aprile 2011

Ci risiamo!


16.650.000...Questa è, in euro, la somma incassata a titolo di liquidazione da Cesare Geronzi, da un solo anno a capo di “Generali”. Nel 2007, quando lasciò Unicredit, la “buonuscita” di questo signore fu invece di 20 milioni. Mentre la gente comune tira a campare, mentre tante persone sopportano inaudite condizioni di sfruttamento, mentre il governo taglia prestazioni sociali indispensabili e distrugge il futuro dei giovani, una casta di burocrati della finanza e dell’industria si arricchisce spudoratamente. Questo mondo ingiusto e spietato va capovolto. Un insulto intollerabile. Il parlamento metta un tetto a retribuzioni e premi dei manager.

mercoledì 6 aprile 2011

Serata con Giulio Cavalli

Riceviamo e ringraziando pubblichiamo

Certamente riuscita la serata con Giulio Cavalli organizzata da Legambiente ad Abbiategrasso venerdì 1 aprile.
Sala consiliare gremitissima e già alle 21,15 era difficile entrare.
Tanto per capire che le cose che si dicevano erano molto serie, quasi subito hanno fatto capolino due carabinieri e sono rimasti in sala per tutta la serata.
Cavalli, tra le altre, ha raccontato la terribile storia del clan dei Valle a Cisliano. E fin qui tutto bene per noi di Abbiategrasso. Il cancro si è fermato alle nostre porte?
Cavalli ha raccontato di quell’intercettazione di un componente della cosca di Africo che esultò alla prima elezione di un consigliere regionale conosciuto anche dalle nostre parti: “Uno di noi in regione”.
Enzo Ciconte, certamente il più grande studioso italiano di n’drangheta: “E’ giunto il momento di dire parole chiare sulle responsabilità reali della crescita mafiosa in questi anni, che non è avvenuta nel mezzogiorno, ma ha riguardato prevalentemente in modo solo in apparenza sorprendente, il Nord del paese.
Se si fa un confronto tra Nord e Sud, si può notare come il fenomeno mafioso sia stato contrastato al Sud, dove è in parte regredito, mentre al Nord ha avuto uno sviluppo maggiore perché lì non è stato aggredito con la stessa intensità.
Insomma, c’è da rovesciare la prospettiva con la quale d’è guardato a questi fenomeni e li si è analizzati negli anni più recenti. Bisogna acquisire nuove categorie interpretative, un nuovo punto di vista, e porsi interrogativi nuovi.
Cos’hanno fatto le classi dirigenti di questi territori, le forze politiche ed economiche, gli imprenditori, la finanza, la stampa, tutti coloro che dicono di essere forze trainanti del sistema Italia, perché la situazione non degenerasse? Non hanno compreso la natura del problema?
Lo hanno sottovalutato? Hanno confuso capitalismo mafioso e capitalismo senza aggettivi? E hanno pensato che potessero convivere insieme? Oppure hanno compreso la natura del fenomeno ma per paura, per viltà, per quieto vivere, per non richiamare su quelle realtà attenzioni non desiderate non lo hanno combattuto?”.
Peccato alla fine dell’incontro aver sentito un’organizzatrice al microfono notare l’assenza totale di amministratori del nostro Comune, ad eccezione di un ex sindaco tuttora presente in Consiglio Comunale e di un ex vicesindaco espulso dalla Lega Nord e dalla giunta Albetti.  Disinteresse? Quieto vivere? Paura?

G.A.


lunedì 4 aprile 2011

Redditi dei parlamentari

Riceviamo e ringraziando pubblichiamo

In questi giorni molti dei nostri parlamentari, da noi eletti, e quindi nostri rappresentanti, pubblicano i dati relativi ai loro redditi. Qual è il motivo di tale gesto? La trasparenza, ma con quale prospettiva? Ciò sarebbe significativo se fosse seguito da gesti concreti quali provvedimenti a sostegno dei redditi più bassi, servizi alle famiglie, per esempio e qualche taglio ai loro numerosi privilegi (il che non guasterebbe! Anzi mi piacerebbe che elencassero quali sono!). Di tali soluzioni nemmeno l’ombra. Tutto ruota intorno a un uomo solo, cioè Berlusconi, che diventa sempre più ricco con sprezzo della legge in tutte le sue espressioni. Consiglio caldamente  ai politici di evitare in futuro,  di pubblicare i loro guadagni perché, per chi deve fare i salti mortali per far quadrare il proprio bilancio, ciò rappresenta una beffa e un’offesa. Attendo, con fiducia, che qualcuno di loro replichi. È un loro diritto, ma soprattutto un dovere!

Maria Grazia Perna

venerdì 1 aprile 2011

Un uomo solo al comando?

Recentemente il Corriere della sera ha ripubblicato con coraggio e offerto ai suoi lettori IL SOCIALISMO LIBERALE di Carlo Rosselli (pubblicato la prima volta a Parigi nel 1930).
Chi si ricorda oggi più di questo fiero avversario di ogni fascismo (combattè Mussolini in Italia e Franco in Spagna)?
Tra i molti spunti che ne fanno una lettura attualissima ne proponiamo uno.

“Il problema italiano è, essenzialmente, problema di libertà. Ma problema di libertà nel suo significato integrale: cioè di autonomia spirituale, di emancipazione della coscienza, nella sfera individuale; e di organizzazione della libertà nella sfera sociale cioè nella costruzione dello Stato e nei rapporti tra i gruppi e le classi. Senza uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero. Senza coscienze emancipate, nessuna possibilità di emancipazione di classi. Il circolo non è vizioso. La libertà comincia con l’educazione dell’uomo e si conchiude col trionfo di uno Stato di liberi, in parità di diritti e di doveri, uno Stato in cui la libertà di ciascuno è condizione e limite alla libertà di tutti.

Ora è triste cosa a dirsi, ma non per questo meno vera, che in Italia l’educazione dell’uomo la formazione della cellula morale base – l’individuo- è ancora in gran parte da fare. Difetta nei più, per miseria, indifferenza, secolare rinuncia, il senso geloso e profondo dell’autonomia e della responsabilità. Un servaggio di secoli fa sì che l’italiano medio oscilli oggi ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica. Il concetto della vita come lotta e missione, la nozione della libertà come dovere morale, la consapevolezza dei limiti propri e altrui, difettano. (…).

Abituati a ragionare per intermediari nei grandi problemi della coscienza – un vero appalto spirituale- è naturale che gli italiani si rassegnino facilmente all’appalto anche nei grandi problemi della politica. L’intervento del Deus ex machina, del duce, del domatore – si chiami esso papa, re, Mussolini risponde sovente ad una loro necessità psicologica.

Da questo punto di vista il governo mussoliniano è tutt’altro che rivoluzionario. Si riallaccia alla tradizione e procede sulla linea del minimo sforzo. Il fascismo è, contro tutte le apparenze, il più passivo risultato della storia italiana. Gigantesco rigurgito di secoli e abbietto fenomeno di adattamento e di rinunzia. Mussolini trionfò per la quasi universale diserzione, attraverso una lunga rete di sapienti compromessi. Solo alcune ristrette minoranze di proletari e di intellettuali ebbero l’ardire di affrontarlo con radicale intransigenza dagli inizi”.
Pare di risentire forte il “ghe pensi mì” del nostro capo del governo.

Non è più tempo di deleghe il nostro, né di procure. E’ tempo di impegno personale e di lotta.
Sempre Rosselli: “Siamo pochi? Cresceremo. Siamo fuori dal tempo? Sapremo aspettare. Verrà il nostro turno”.