mercoledì 30 marzo 2011

Una colletta alimentare per aiutare l’Eritrea

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Nonostante la guerra e i conflitti diretti siano finiti da tempo, l’Eritrea continua a vivere in una condizione di estrema e preoccupante povertà. I Frati Cappuccini aiutano la povera popolazione davvero bisognosa di tutto.

     Oggi i frati cappuccini e la popolazione dell’Eritrea, si trovano ad affrontare un momento di gravissimi problemi sociali, politici, ed economici. Dopo trenta anni di guerra, dal 1961 al 1991, per ottenere la sua indipendenza dall’Etiopia, sembrava che l’Eritrea si incamminasse sulla strada di una rapida ricostruzione, ma dal 1998 la nuova rottura dei rapporti con lo Stato vicino ha messo di nuovo in ginocchio l’intero Paese. Dal 2001 non si spara più, ma non essendo ancora risolta la questione, gli eserciti son sempre in allerta. A ciò si aggiungano altre difficoltà socio economiche: una permanente situazione di insicurezza, di povertà, di fame e di totale assenza di strutture sanitarie. Siccità e carestia imperversano.
     I Frati Cappuccini vivono la loro vocazione missionaria nel territorio come impegno ad essere seminatori di speranza in una situazione in cui la disperazione può uccidere tanto quanto la guerra. Annunciano il Vangelo della speranza attraverso la predicazione e la testimonianza e gestiscono una rete di centri di assistenza sociale: scuole, cliniche, centri di promozione della donna, distribuzione di vivere e di medicinali. In particolare nelle missioni del Bassopiano Occidentale (Diocesi di Barentù e dintorni) si tocca con mano la grave realtà della povertà e della sofferenza di un popolo duramente e lungamente provato. In particolare questa zona, situata al confine con il Sudan da una parte e con l’Etiopia dall’altra , è l’area più tormentata dai conflitti tra nazioni opposte.

       Il 2011 è un anno importante per i Frati Eritrei in quanto si celebra il centenario dell’erezione del Vicariato Apostolico. Fra molte difficoltà che il primo Vescovo della Chiesa Eritrea dovette affrontare ce n'era una che Mons. Carrara definiva “maximum tormentum”: la povertà della missione che segnava la più grande preoccupazione per il nuovo apostolo. Tuttavia egli potè superare questa difficoltà grazie al suo grande sforzo e anche grazie alla solidarietà della Provincia Lombarda  dei Frati Cappuccini e di varie istituzioni religiose e civili italiane.
Lungo gli anni il Centro Missionario di Milano è sempre stato a fianco della missione Eritrea,

     Grazie ai tanti benefattori lo scorso anno siamo riusciti ad inviare tre container di viveri e al raccolto di grano relativamente buono in alcuni villaggi del paese, siamo riusciti a risolvere molte delle difficoltà e portare avanti l’ impegno missionario nelle varie località dove i Cappuccini operano con serenità ed efficienza. I viveri generosamente raccolti e spediti ad Asmara sono stati distribuiti ai poveri tramite le nostre fraternità sparse in tutto il Paese e ne hanno beneficiato: ragazzi e ragazze bisognosi, spesso orfani, che vivono nelle case della missione, i poveri dei villaggi che vengono assistiti a livello pastorale e sociale e i malati di AIDS che non hanno sufficiente assistenza da parte dei locali organismi sanitari e istituzionali.

    Anche quest’anno ci è giunto l’appello, ci scrive il Superiore della missione: si fa sentire ancora il bisogno di lanciare un altro SOS a favore di alcune categorie di persone che i frati assistono nelle missioni: ragazzi e ragazze ospitati nei vari centri, bambini che frequentano le scuole materne, anziani, vedove e malati che visitano le cliniche, giovani malati di AIDS.

In particolare sono  necessari i seguenti generi alimentari:

Pasta 60 qt.            Minestra 5 qt.           Riso 10 qt.           Farina  50 qt.                         Olio di semi  400 litri 
Lenticchie 5 qt.      Fagioli    5 qt.     Piselli  5 qt.      Tonno 7 qt      Salsa di pomodoro    5 qt.  Biscotti secchi   10 qt.      Latte in polvere     5 qt.    Marmellata   2 qt.                     e   Zucchero   10 qt.

       Facciamo appello alla generosità di tutti i benefattori che vogliano accogliere con cuore aperto il nostro invito ad aiutare una popolazione che, nonostante non sia oggetto degli interessi dei mass media a livello internazionale, ha davvero bisogno di tutto il nostro aiuto. 

Ogni piccolo gesto può essere davvero fonte di vita e di speranza,  vi ringraziamo di cuore.

     i Frati Cappuccini del Centro Missionario

martedì 29 marzo 2011

Fuga di cervelli

La dott.ssa Rita Sassi, ricercatrice espatriata nel Regno Unito, dopo aver ottenuto i finanziamenti, ha contribuito col suo intervento altamente professionale a risanare il Tamigi, fiume che negli anni ’50 era biologicamente morto, ora nelle sue acque nuotano lontre, salmoni e 120 tipi di pesce. La stessa dott.sa Sassi aveva suggerito a noi lo stesso tipo di interventi per risanare i nostri fiumi inquinati, ma, non è stata ascoltata ed è dovuta emigrare. La storia, come diceva Gian Battista Vico, si ripete, sin dal medioevo i nostri migliori talenti, per affermarsi, devono espatriare, ne sono esempio Colombo, Leonardo da Vinci, Fermi, Rita Levi Montalcini.
I nostri ciarlieri Governanti locali parlano dell’Expo 2015, preannunciando la sua magnificenza e progettando nel frattempo ulteriori cementificazioni del nostro territorio già intasato. Potrebbero iniziare invece a richiamare la Sassi e bonificare le nostre acque...

domenica 27 marzo 2011

Lombardia e criminalità organizzata

La 'ndrangheta ha molteplici proiezioni al di fuori del territorio calabrese: la più importante è la Lombardia, secondo il modello della "colonizzazione". E' l'allarme lanciato nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia. L'ndrangheta si è diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali nativi del luogo riproducono modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di colonizzazione, cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso.

Sui nostri territori la 'ndrangheta ha messo radicì, divenendo col tempo un'associazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla "casa madre", con la quale però comunque continua a intrattenere rapporti molto stretti e dalla quale dipende per le più rilevanti scelte strategiche. La Lombardia, così come osservato dalla Dia in sede di relazione semestrale, si conferma la regione del Nord che registra il maggiore indice di penetrazione nel sistema economico legale dei sodalizi criminali della 'ndrangheta.

Per quanto attiene ai rapporti sul territorio, la 'ndrangheta è oggi l'assoluta dominatrice della scena criminale, tanto da rendere sostanzialmente irrilevante, e comunque, in posizione subordinata ogni altra presenza mafiosa di origine straniera.

I politici, anche locali, dovrebbero tenere sempre ben presente questa situazione ed attuare controlli incisivi nei campi di loro competenza.

venerdì 25 marzo 2011

Bruttissima pagina politica a Buccinasco

Riceviamo e ringraziando pubblichiamo


Bruttissima pagina della politica a Buccinasco con l’arresto del sindaco, di un assessore, un consigliere comunale e naturalmente un imprenditore, un dirigente aziendale e un commercialista che in una storia di corruzione non possono mancare.
L’ennesima bruttissima pagina della politica.
Ma con qualche originalità.

1. Potrebbe proprio essere la fine di una lunga storia. Iniziata con l’elezione a sindaco di Guido Lanati (allora Forza Italia) a metà degli anni ‘90. Un imprenditore anche lui “sceso in campo”.
Cesare Lanati, ora agli arresti, è suo figlio. Ettore Colella, oggi commercialista, è stato suo assessore nella prima giunta Lanati. Guido Lanati ha governato Buccinasco per due mandati e per mezzo mandato ha persino fatto l’assessore con la giunta di sinistra che gli era subentrata.

2. L’assessore Cattaneo e il consigliere Trimboli sono entrambi in quota Comunione e Liberazione.
CL in questi anni ha sostenuto in tutti i modi tutte le giunte di destra che si sono succedute a Buccinasco.
In questo piccolo comune del sud Milano, CL ha stabilito la sua Gerusalemme realizzata. Ha una grossa comunità di religiosi consacrati (Memores Domini), una comunità monastica (fuoriuscita dalla famiglia benedettina). Ha tra i suoi residenti nientemeno che il presidentissimo Formigoni in una bellissima villa.
Ora si scopre, fonte il Corriere della Sera, (grazie ad una ricevuta) che nella pratica “tangenti” c’era pure una quota per la parrocchia dei ss. Gervaso e Protaso (pure questa presidio del movimento).
Uno di loro, e proprio di Buccinasco (a cui contestavo gli arresti ai tempi di Mani Pulite) un giorno mi disse: “Don Bosco, che era un santo, faceva i suoi oratori con le offerte delle prostitute”.

3. Gli inquirenti si sono affannati a precisare che non ci sono legami con la ‘ndrangheta. E certo sarà così. Tuttavia per sei arresti sei, e di persone fino a quel momento impegnate in attività istituzionali, la guardia di finanza si è fatta accompagnare da due elicotteri.

Gabriele Arosio

mercoledì 23 marzo 2011

Non dimenticarli, impegnandoci

Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.

 
Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. 


Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.

Non importa dove si nasce se si combatte per le stesse idee e si crede nelle stesse cose.

martedì 22 marzo 2011

Lavoro: proposte e confronto

I dati raccolti sulla situazione occupazionale nei vari settori produttivi dell'abbiatense confermano, purtroppo, lo stato di difficoltà della nostra economia, che i rari segni in controtendenza da parte di alcune imprese non sono in grado di bilanciare positivamente.
A fronte di questa situazione, si assiste ad una imbarazzante e preoccupante assenza di iniziativa politica da parte dell'amministrazioni locali.
Non basta l'apertura di uno sportello telematico in comune per avviare una politica di sostegno dell'economia ed è illusorio immaginare che la realizzazione di nuove strade sia di per se lo strumento per avviare una ripresa del nostro comparto produttivo.
E' altresì illusorio pensare che l'iniziativa economica possa riprendere con il modello tradizionale della fabbrica e dell'impresa così come l'abbiamo conosciuta e in parte ancora conosciamo.
Se da un lato va sostenuta ed agevolata la rete esistente delle nostre industrie, dall'altro occorre creare strumenti per favorire il credito e il suo accesso, per garantire tempi di pagamento rapidi ai fornitori di beni e servizi dei comuni e del nostro comune, che non possono aspettare tempi lunghissimi per ottenere i pagamenti con il rischio di doversi indebitare per pagare i loro creditori e i loro dipendenti pur vantando somme importanti dalle amministrazioni pubbliche.
C'è anche un altro versante per una politica a favore del'iniziativa economia ed occupazionale.
In primo luogo la conoscenza.
E' necessario organizzare una forte iniziativa di formazione e riqualificazione professionale sia dei lavoratori occupati che delle persone alla ricerca della prima occupazione o che l'hanno persa. In questo campo occorre prendere l'iniziativa per creare nuove condizioni di rientro nel mondo del lavoro dei moltissimi cinquantenni che hanno perduto il lavoro o che al termine dei periodi mobilità non hanno possibilità di rientro per ragioni di età o di specializzazione professionale.
Queste persone sono una risorsa per la nostra società. Non possiamo e non dobbiamo lasciarle sole.
Nella nostra città va ripreso il progetto dell'insediamento universitario, in grado di aprire occasioni di lavoro immediate nell'indotto e in prospettiva con i progetti e le idee che derivano dalla presenza di corsi e di insegnamenti universitari.
Vanno organizzati corsi di elevata specializzazione delle lingue. Corsi di inglese per i ragazzi più meritevoli, corsi anche di lingue orientali per poter essere tramite con i mercati ormai emersi della Cina e dell'India.
In questa prospettiva va riqualificata la spesa corrente del comune con investimenti mirati alla produzione della conoscenza e dell'occupazione.
In modo particolare va creato un nuovo strumento per il credito, che sappia essere veramente vicino alla piccola impresa, anche attraverso l'avvio delle procedure per la creazione di una banca di credito cooperativo, che sia espressione del territorio e sostegno dell'economia.
Per avviare questa nuova stagione di iniziativa politica per l'economia proponiamo alcuni punti che delineano un percorso da compiere in alleanza tra politica e società.            
  • Tavolo permanente da riunire minimo una volta al mese e/o su richiesta dei partecipanti.
  • Accordi con istituti di credito per tamponare tempi lunghi di pagamento, visti i vincoli del patto di stabilità interno, del Comune nei confronti dei fornitori (specialmente microimprese ed artigiani). Il Comune si farebbe garante dell'anticipazione della banca.
  • Incentivare la formazione a tutti i livelli, in accordo con le esigenze delle aziende, non solo per coloro che cercano lavoro, ma anche per chi è occupato. Le aziende dovrebbero potenziare la formazione al loro interno: la specializzazione dei propri dipendenti dovrebbe essere una risorsa ed un investimento per l'azienda. Per il dipendente un'opportunità di crescita che può essere utile specialmente in un periodo che richiede maggior flessibilità.
  • Adeguamento al mercato del lavoro che si sta notevolmente modificando rispetto al passato. Coinvolgimento delle scuole medie e superiori, compresi i genitori, per indirizzare gli studenti dell'ultimo anno.

venerdì 18 marzo 2011

Federalismo municipale: si danno i numeri (?)

La Lega Nord afferma che con il federalismo municipale il Comune di Abbiategrasso avrà 9 milioni e 429 mila euro (circa 18 miliardi di lire) in più di entrate all'anno!

Si tenga conto che attualmente il totale dei trasferimenti annuali dallo Stato al nostro Comune ammonta a 5 milioni e 55 mila euro, compresa la quota dell'ICI sulla prima casa. Quindi il nuovo totale dovrebbe diventare di 14 milioni e 484 mila euro!!!
Sarebbe fantastico, in pratica nel giro di solo pochi anni persino la Svizzera ci invidierebbe.  Ma sarà veramente così? Qualche dubbio sussiste, anche se speriamo che non si avveri... 

Iniziamo dalla compartecipazione dell'IVA: dovrebbe portare  nelle casse comunali 6.695.315 euro. Il rimanente per arrivare a 9.429.000 arriverà dalle tasse ed imposte sugli immobili.

Adesso confrontiamoci con cosa "dice" il Decreto Legislativo sul federalismo fiscale municipale.

Le tasse e le imposte sugli immobili confluiranno in un "fondo sperimentale di equilibrio" con la finalità di assicurare  una devoluzione ai Comuni della fiscalità immobiliare che risulti progressiva e territorialmente equilibrata, tenendo conto dei fabbisogni standard. In parole povere sarà ancora lo Stato a decidere "quanto" tornerà ad Abbiategrasso e se danno milioni  di euro in più a noi, vorrà dire che toglieranno milioni  di euro  a qualcun altro, perchè il federalismo municipale per lo Stato dovrà avere costo "zero", infatti il decreto prevede "nel rispetto dei saldi di finanza pubblica".

Art.2 comma 4: la compartecipazione IVA sarà, sempre nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, in misura finanziaria equivalente alla compartecipazione del 2% dell'Irpef.
Attualmente Abbiategrasso beneficia del 0,69% pari ad euro 626.350 (Legge 296 del 27.12.2006), il 2% equivale ad euro 1.815.507, quindi circa 1.200.000 euro in più, un pò lontani dai 6.695.315, prospettati dalla Lega e dalla Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre.
Da considerare che il "taglio" dei trasferimenti al nostro Comune per il 2012 è già stato quantificato in 1.214.000 euro.
Comunque attendiamo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che a breve dovrebbe chiarire la situazione.

Una cosa è certa, nei prossimi mesi finalmente sapremo se il federalismo del duo Bossi -Berlusconi  sarà positivamente stupefacente oppure ci lascerà come ora o peggio di adesso. 
Il tempo della propaganda fine a se stessa è giunto ormai al termine. 



domenica 13 marzo 2011

Lavoro e dignità: buste paga


Sempre sul tema del lavoro si segnala un dato sugli stipendi italiani che, secondo quanto emerge dal rapporto 2010 dell'Eurispes, sarebbero tra i più bassi  nei paesi industrializzati. Nel documento l'istituto ricorda che nell'area Ocse a parità di potere d'acquisto, il nostro paese occupa il 23° posto sui 30 paesi monitorati, con un salario medio netto annuo che ammonta a 21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro.
Tra i paesi con il maggior salario medio netto annuo per un lavoratore senza carichi familiari si collocano tra i primi dieci:
Corea del Sud (39.931 dollari), Regno Unito (38.147), Svizzera (36.063), Lussemburgo (36.035), Giappone (34.445), Norvegia (33.413), Australia (31.762), Irlanda (31.337), Paesi Bassi (30.796) e Usa (30.774).

Il nostro Paese si colloca dopo quegli altri paesi europei con retribuzioni nette annue che si aggirano in media intorno ai 25.000 dollari, tra i quali:
Germania (29.570), Francia (26.010), Spagna (24.632), e superando invece solo: Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332).

Da noi, dal 2001 al 2006, la proporzione tra le retribuzioni delle figure dirigenziali è cresciuta passando da un rapporto di tre a uno fino ad un rapporto di quattro a uno . Anche, o persino, l'Ocse ha raccomandato i governi nazionali di fare di più per ridurre le diseguaglianze.  A questo va aggiunto che i salari d'ingresso sono sempre più magri e i giovani nei primi anni di lavoro sono costretti ad accettare retribuzioni che difficilmente superano i mille euro mensili con contratti atipici la cui natura "flessibile" non sempre trova giustificazioni. Retribuzioni quasi mai agganciate ad alcun minimo contrattuale di categoria. In un mercato del lavoro drasticamente mutato, sono sempre più necessari nuovi e più efficaci strumenti di tutela del potere d'acquisto dei lavoratori.

Volendo fare un paragone con gli altri cittadini europei, il lavoratore italiano percepisce un compenso salariale che è inferiore del 44% rispetto al dipendente inglese, guadagna il 32% in meno di quello irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 19% in meno di un greco, il 18% in meno del cittadino francese e il 14% in meno di quello spagnolo.       
In parole povere il lavoratore italiano percepisce un compenso salariale pari a quasi la metà del costo effettivamente sborsato dal datore di lavoro per la sua prestazione professionale, a causa dell'eccessivo costo del lavoro. Una situazione veramente difficile ed intollerabile che costringe milioni di italiani a faticare per arrivare alla fine del mese e per chi ha famiglia la situazione diventa ancora più complicata.


martedì 8 marzo 2011

Lavoro e dignità: morti invisibili

Latenti e spesso mortali, è allarme per le malattie professionali.
Le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.

Delle circa 27-28.000 denunce rivolte all'Inail ogni anno per ottenere il riconoscimento dell'indennizzo ne vengono riconosciute circa 9.000, pari al 33%. E di queste oltre 5.000 vengono indennizzate.

La differenza tra le malattie riconosciute e quelle indennizzate è dovuta all’esistenza di una franchigia: si tratta cioè di patologie più lievi che possono determinare un grado di menomazione inferiore al 6%. Inoltre tra le malattie indennizzate, circa 4.300 determinano una menomazione permanente, 600 inabilità temporanea e 250-300 l'anno causano la morte.
E di queste ultime il 90% è dovuto a neoplasie, soprattutto da asbesto (amianto), o ad altre forme tumorali.

Si tratta di numeri che non lasciano certo indifferenti…
I 250-300 casi riguardano morti che derivano da malattie relative ad anni recenti, perché la
rappresentazione del fenomeno si basa solitamente sugli ultimi cinque anni.
Vuol dire che questi 250-300 casi fanno riferimento a malattie professionali denunciate in ciascun anno del quinquennio 2003-2007. Però questa non è l'effettiva e definitiva dimensione del fenomeno, perché il dato reale potrà essere completamente rilevato solo tra alcuni decenni.

Le malattie professionali, infatti, hanno caratteristiche e connotazioni completamente diverse rispetto agli infortuni, che sono causati da un evento traumatico: la morte sopravviene per lo più al momento stesso dell'infortunio o al massimo (praticamente nella totalità dei casi) entro 180 giorni dall’evento.
Per le malattie professionali, invece, il problema è completamente diverso.

I dati sono purtroppo destinati ad aumentare, non solo per effetto di casi ancora in corso di definizione, ma anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche di latenza di alcune patologie che possono portare alla morte anche dopo molti anni dall'esposizione, dalla contrazione o dalla manifestazione della malattia. Ma questi effetti si potranno vedere soltanto in una prospettiva di lungo periodo, tra venti o venticinque anni circa, perché  molte malattie hanno una latenza pluridecennale.

sabato 5 marzo 2011

Lavoro e dignità: morti bianche

Morti per lavoro:

Anno 2007    1.207
Anno 2008    1.120 

Anno 2009    1.050
Anno 2010    1.080

Il totale dei morti sui luoghi di lavoro è di 593 , + 6,5% rispetto al 2009. Se si considerano i lavoratori morti in itinere o che lavorano sulle strade spostandosi con mezzi di trasporto propri o aziendali si arriva a contare 1080 vittime e oltre 25.000 invalidi.

Le categorie con più vittime sono sempre quelle degli anni scorsi:
l'edilizia ha superato quest'anno l'agricoltura e ha registrato il 28,4% sul totale (167 morti),
l'agricoltura il 28,1% (165 morti), l'industria il 12,5% (73 morti), l'autotrasporto l'8,7% (51 morti), l'artigianato il 4,4% (30 morti nell'installazione o manutenzione di impianti elettrici, fotovoltaici, revisione caldaie ecc.), l'esercito italiano l'1,9% (12 vittime di cui 11 in Afghanistan). Gli stranieri morti sono stati il 10,1% sul totale (60 vittime), di cui il 41% sono romeni; nella fascia d'età compresa tra i 19 e i 39 anni. La percentuale raggiunge il 15% sul totale degli stranieri.

L'attuale crisi globale potrebbe portare a un generale peggioramento degli standard di salute e sicurezza, perché con l'instabilità economica aumenta la precarietà, si allungano gli orari, cresce il lavoro irregolare nei paesi in via di sviluppo e si riducono i controlli.
Ogni 15 secondi nel mondo si registrano 160 infortuni e un morto sul lavoro, a causa di un incidente o di una malattia professionale. 
 

martedì 1 marzo 2011

Piero Calamandrei, la Scuola oggi

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata.
Allora il partito dominante segue un'altra strada. Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata."
 
Piero Calamandrei
(dal discorso al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma, 11 febbraio 1950)