martedì 17 maggio 2011

Informazione e paure

Il 26 marzo scorso La Voce di Mantova riferisce in prima pagina la morte di un giovane di 27 anni folgorato mentre tentava di rubare del rame da una linea elettrica attiva in piena campagna.
E sentiva di dover precisare nel sottotitolo e nel corpo del pezzo che si trattava di un rom.
Cosa è accaduto nei giorni successivi? Il ragazzo non è rom, la famiglia ha chiesto una rettifica e il giornalista per riparare al danno (già bello consistente) ha visto bene di continuare la scia dell’assurdo: si è scusato con la famiglia per aver definito rom “un italiano doc” (ha scritto proprio così).
Pazienza se la maggioranza dei rom in Italia è italiana.
Riflette Eva Rizzin, esperta di comunicazione: “La cosa grave è che è ormai prassi comune quella di non limitarsi a raccontare i fatti di cronaca nera, nel rispetto dell’essenzialità dell’informazione, così come indica lo stesso Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. La tendenza in atto è quella di specificare in modo ossessivo l’origine di chi compie un reato, anche in circostanze in cui definire la nazionalità o l’appartenenza etnica non è necessario per la comprensione dei fatti. Questa prassi si chiama ‘etnicizzazione del reato’. Riferimenti così ossessivi creano nei lettori la convinzione che effettivamente un certo tipo di reato viene compiuto esclusivamente da persone migranti o da persone di origine etnica minoritaria. Eppure il giornalista, nell’esercizio della sua professione ha il “dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e di non discriminare nessuno per la razza, la religione, il sesso, le condizioni fisiche e mentali e le opinioni politiche”.

2 commenti:

  1. Bravi,ma chi l'ha scritto? Come mai ipezzi non sono mai firmati?

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  2. Il pezzo è di Gabriele Arosio. Essendo un blog di un comitato civico collaboriamo insieme in condivisione, per cui non riteniamo importante sottolineare chi materialmente scrive, ma il contenuto ed il messaggio che esprimiamo insieme e speriamo possa diventare elemento di riflessione e confronto.
    Se, invece, il pezzo ci viene inoltrato riportiamo il nome di chi l'ha inviato.

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